Processionaria: Cosa Fare? La Valceno quest’anno è invasa,
invitiamo gli enti preposti ad intervenire,
non sottovalutiamo il problema.
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Processionaria: Cosa Fare?
Come comportarsi in caso di Avvistamento e/o Contatto con la Processionaria?
Vista la potenziale pericolosità della processionaria per l’uomo e gli animali, i più inesperti in materia potrebbero reagire in maniera errata in caso di avvistamento e/o contatto con l’animale. La maggior parte delle persone, infatti, potrebbe essere portata a uccidere le larve di processionaria, magari pestandole, senza pensare che, invece, un simile comportamento non può far altro che peggiorare la situazione, favorendo ulteriormente il disperdersi dei peli urticanti. Difatti, questi peli possono rimanere attaccati alla suola della scarpa o agli abiti con il rischio di entrarvi in contatto in un secondo momento e/o con il rischio di diffonderli in casa o altrove.
Di seguito, perciò, sono riportati alcuni consigli utili circa il comportamento da tenere in caso di avvistamento e/o contatto con le larve di processionaria:
In caso di avvistamento della processione di larve o anche di un singolo esemplare di processionaria, NON prendere alcuna iniziativa, ma avvisare subito gli organi competenti (autorità comunali, forze dell’ordine, ecc.) che interverranno nella maniera più consona per risolvere il problema.
In caso di contatto con i peli urticanti di processionaria, lavare subito l’area interessata e recarsi dal medico o nel più vicino pronto soccorso.
In caso di ingestione/inalazione di peli urticanti di processionaria da parte di un cane, è necessario intervenire immediatamente lavando le aree interessate dal contatto con una soluzione di acqua e bicarbonato (indossando dei guanti in lattice), in maniera tale da allontanare la sostanza urticante dall’animale. Dopodiché portare immediatamente il cane dal veterinario, dove riceverà tutte le cure del caso.
Se si avvistano larve di processionaria NON eliminarle attraverso metodi fai da te dai risultati controproducenti, come lo schiacciamento o la combustione. Incendiare o calpestare le larve o i nidi, infatti, non può in alcun modo garantire l’eliminazione dei peli. Anzi, al contrario, i peli delle larve possono diffondersi anche se l’animale è morto, così come possono potenzialmente diffondersi nell’ambiente anche durante un’eventuale combustione. Pertanto, in caso di avvistamento di processionaria, rinnoviamo l’invito a rivolgersi agli organi competenti.
Generalità
Con il termine processionaria si vogliono indicare diverse specie appartenenti al genere Thaumetopoea.
Le specie maggiormente conosciute e diffuse in Italia sono Thaumetopoea pityocampa (o processionaria del pino) e Thaumetopoea processionea (o processionaria della quercia). In particolare, negli ultimi anni, la processionaria del pino ha riscosso un successo mediatico notevole in Italia, quando il clima eccessivamente caldo ha portato a invasioni di questo animale in numerose città.
In quest’articolo, pertanto, verranno analizzate soprattutto caratteristiche e pericolosità della processionaria del pino. Ad ogni modo, ricordiamo che il ciclo vitale, la pericolosità per l’uomo e i danni indotti all’ambiente dalla processionaria della quercia sono del tutto simili a quelli provocati dalla processionaria del pino.
Cos’è la Processionaria?
La processionaria è un artropode appartenente all’ordine dei lepidotteri e alla famiglia delle Notodontidae.
Gli esemplari giovani di processionaria del pino si presentano come larve di lunghezza compresa fra i 3 e i 4 centimetri. Queste larve sono ricoperte da una serie di peli urticanti che si possono staccare facilmente in seguito al contatto con l’animale, ma che possono essere facilmente staccati e trasportati anche dal vento.
Entrando nella fase adulta, invece, la processionaria subisce una metamorfosi e si trasforma in una sorta di falena, la cui vita è piuttosto breve (pochi giorni).
Ciclo Vitale della Processionaria
Gli esemplari adulti di processionaria – una volta compiuta la metamorfosi che avviene sotto terra – emergono dal terreno durante i mesi estivi (giugno – luglio). Poco tempo dopo, le femmine cercano le piante adatte per deporre le uova (nel caso della processionaria del pino, le femmine prediligeranno i pini; mentre nel caso della processionaria della quercia, le femmine opteranno per le querce).
Una volta individuata la pianta giusta e scelto il ramo, in seguito alla fecondazione, le femmine depongono le uova in un unico ammasso che ne può contenere fino a 300. Generalmente, la deposizione avviene verso la fine di agosto.
Dopo un periodo di circa quattro settimane, le uova si schiudono dando origine alle larve di processionaria. Fin dalla nascita, queste larve sono estremamente voraci e sono in grado di nutrirsi delle foglie della pianta su cui sono nate (nel caso dei pini, si ciberanno pertanto dei loro aghi).
Nei primi periodi, le larve si spostano di ramo in ramo alla continua ricerca di nuove foglie per il loro nutrimento, vivendo all’interno di nidi provvisori.
Con l’avvicinarsi dell’autunno, però, verso il mese di ottobre, gli esemplari giovani di processionaria iniziano a costruire il caratteristico nido sericeo, all’interno del quale affronteranno l’inverno. Le larve in questione, infatti, sono animali che non amano il freddo e le temperature molto basse possono anche ucciderle.
Terminati i mesi più freddi, le larve iniziano a riprendere la loro attività in primavera e, generalmente verso fine aprile – inizio maggio, scendono dall’albero alla ricerca del luogo adatto per la metamorfosi. Una volta individuato il luogo, le larve s’interrano ad una profondità di circa 10-15 centimetri e qui trascorreranno qualche mese allo stato di crisalide. In alcuni casi, però, tale stato può prolungarsi addirittura per 5-7 anni. Ad ogni modo, trascorso il tempo necessario, gli esemplari adulti emergeranno dal terreno durante i mesi estivi (periodo di sfarfallamento), dando così inizio ad un nuovo ciclo.
Danni e Pericolosità
Danni Ecologici provocati dalla Processionaria
Come accennato, le larve di processionaria sono molto voraci fin dalla nascita e si nutrono delle foglie della pianta su cui sono nate. A causa di questo comportamento, la processionaria causa il defogliamento dell’albero. Non a caso, questo animale è considerato come il defogliatore dei pini più temuto e pericoloso.
Generalmente, la processionaria attacca preferenzialmente il pino silvestre e il pino nero, ma può svilupparsi anche su altre specie di pino e, nelle aree urbane, colonizzare e nutrirsi anche dei cedri.
I periodi dell’anno in cui la processionaria provoca i maggiori danni alle piante sono la primavera (soprattutto nei mesi di marzo e aprile, quando le larve riprendono la loro attività) e l’inizio dell’autunno (in particolare nel mese di ottobre).
Le larve di processionaria, nutrendosi delle foglie degli alberi, provocano un grave indebolimento nelle piante che si trovano così più facilmente esposte all’attacco di parassiti secondari e al rischio di morte.
Pericolosità della Processionaria per Uomo e Animali
La processionaria non è dannosa solo per il mondo vegetale, ma anche e soprattutto per il mondo animale. I peli urticanti della processionaria, infatti, si separano facilmente dal dorso dell’animale, o per contatto diretto, o per contatto indiretto, trasportati semplicemente dal vento.
I peli urticanti possiedono una conformazione fisica tale da facilitarne l’aderenza a pelle, mucose e abiti.
Effetti indotti dal contatto dei peli urticanti con pelle e mucose
Il contatto della pelle con i peli della processionaria provoca un’immediata reazione cutanea che si manifesta come un’eruzione dolorosa e pruriginosa. Analogamente, se i peli entrano in contatto con le mucose, scatenano un’immediata reazione irritativa e infiammatoria. Ad esempio, in caso di contatto oculare si manifesta una congiuntivite; se poi i peli riescono a penetrare in profondità nell’occhio, vi è il rischio d’insorgenza di una grave infiammazione che – se non trattata – può portare addirittura alla cecità.
Effetti indotti dall’ingestione e dall’inalazione dei peli urticanti
Il quadro sintomatologico si complica e si aggrava nel caso in cui i peli urticanti della processionaria vengano ingeriti o inalati.
In caso di ingestione, infatti, si assisterà alla comparsa di una grave infiammazione della bocca e della mucosa gastroenterica associata a aumento della salivazione, vomito e dolore addominale.
In caso di inalazione, invece, si assisterà all’irritazione e all’infiammazione delle vie respiratorie con comparsa di starnuti, mal di gola, difficoltà di deglutizione e difficoltà respiratorie dovute a broncospasmo.
Il rischio di ingestione o inalazione dei peli urticanti è particolarmente elevato in animali come cani e cavalli che, annusando il suolo o brucando l’erba, possono inavvertitamente inalare/ingerire i suddetti peli.
Shock anafilattico
Negli individui particolarmente sensibili e predisposti, il contatto con i peli della processionaria può causare lo shock anafilattico, una gravissima reazione allergica che si può manifestare con sintomi quali orticaria, edema, ipotensione, difficoltà respiratorie, vertigini e perdita di coscienza. Nei casi più gravi, lo shock anafilattico può condurre anche alla morte.
Effetti sui cani
Nel caso di ingestione della processionaria da parte di un cane, il primo ed evidente sintomo è rappresentato dall’abbondante e improvvisa salvazione, seguita dal rigonfiamento della lingua che può portare addirittura al soffocamento. A causa della violenta infiammazione, se non s’interviene prontamente, i tessuti che compongono la lingua possono andare incontro a necrosi, con conseguente perdita di porzioni della stessa.
Altri sintomi dell’avvenuto contatto con la processionaria sono la febbre, la perdita di vivacità, il rifiuto del cibo e la comparsa di vomito e diarrea emorragica.
In caso di inalazione, fenomeni simili si possono verificare a livello del naso e della sua mucosa, associati a difficoltà respiratorie.
Nota Bene
Il pericolo sussiste solo quando la processionaria è nello stadio di larva. Difatti, gli esemplari adulti non sono pericolosi per le piante, per gli uomini e per gli animali. Allo stesso modo, anche uova e crisalidi sono del tutto innocue.
Lotta alla Processionaria
Come Combattere la Processionaria
Visti i pericoli provocati dalla processionaria, sia a livello ecologico che a livello della salute umana e animale, non sorprende che questo lepidottero sia aspramente combattuto pressoché ovunque.
I principali metodi utilizzati per eliminare la processionaria, sono:
Distruzione dei nidi: questo metodo prevede la distruzione meccanica dei nidi mediante la rimozione manuale degli stessi dalla pianta e la loro successiva eliminazione. Naturalmente, l’operatore che esegue l’operazione dovrà essere adeguatamente attrezzato e dovrà indossare appositi indumenti protettivi. Ad ogni modo, questo metodo – per quanto efficace – è praticabile solo nei mesi invernali (quando le larve non sono ancora uscite dal nido) e solo nel caso in cui si debba intervenire in aree ristrette.
Utilizzo di un insetticida biologico: la lotta microbiologica alla processionaria è il metodo di contrasto maggiormente utilizzato per eliminare questo animale. L’insetticida biologico utilizzato è il battere Bacillus thuringiensis kurstaki (Btk), un microorganismo in grado di infettare la larva di processionaria, danneggiandone i centri nervosi e paralizzandola. Tale insetticida può essere diffuso mediante atomizzatore, oppure mediante apposito elicottero.
Uso di trappole ai feromoni: le trappole ai feromoni vengono utilizzate nei mesi estivi in cui gli esemplari adulti emergono dal terreno. Lo scopo di tali trappole è di confondere i maschi alla ricerca delle femmine, in modo tale da evitare il contatto fra i due sessi, quindi la fecondazione e la deposizione delle uova.
Utilizzo di trappole meccaniche: le trappole meccaniche sono state sviluppate piuttosto di recente e hanno il compito si arrestare la “processione” delle larve di processionaria, invischiandole in una colla apposita.
Utilizzo dell’endoterapia: l’endoterapia è una particolare tecnica che consiste nell’iniettare sostanze insetticide direttamente nel sistema vascolare della pianta invasa dalla processionaria. In questo modo, l’insetticida entrerà nel corpo dell’animale quando questo si ciberà delle sue foglie.
Processionaria in Italia
Fra il 2016 e il 2017 in Italia si è verificato un vero e proprio allarme “processionaria del pino” a causa del moltiplicarsi di questi lepidotteri e per i conseguenti gravi danni apportati alla vegetazione, ma anche all’uomo e agli animali. Nel dettaglio, l’allarme è stato particolarmente sentito per i numerosi casi di morte verificatisi in diversi cani entrati in contatto con le larve di questo animale.
L’invasione della processionaria, con molta probabilità, è stata favorita dal clima anomalo ed eccessivamente caldo che ha colpito la penisola negli ultimi anni. Ricordiamo, infatti, che le larve di processionaria generalmente non sopravvivono a temperature eccessivamente basse.
A questo proposito, segnaliamo che la lotta alla processionaria in Italia è obbligatoria per legge (D.M. del 30/10/2007) in tutte le aree in cui la presenza del lepidottero minaccia seriamente la produzione o la sopravvivenza del popolamento arboreo e in tutte le zone in cui può rappresentare un rischio per la salute umana e per la salute degli animali.
Curiosità
La processionaria in ogni dialetto regionale viene chiamata con differenti nomi. Fra i nomi più particolari (e anche un po’ bizzarri), ricordiamo quello di “ruga” attribuitole dal dialetto romagnolo e dal dialetto veneto e il nome di “gatta pelosa”, tipico del dialetto toscano.